Uniti nella Speranza

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Immacolata Concezione. Mons. Perego: Maria, modello di carità

Immacolata Concezione. Mons. Perego: Maria, modello di carità

“Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. Il saluto dell’angelo Gabriele a Maria, cari fratelli e sorelle, ci introduce alla celebrazione della solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. Maria Immacolata è la ‘piena di grazia’, perché Dio costruisce una relazione esclusiva con Lei. Al tempo stesso, Maria è il modello di ogni credente, in forza del Battesimo ‘pieno di grazia’ e reso capace di una relazione filiale con Dio. Il cammino dell’Avvento, che prepara la celebrazione dell’Incarnazione del Figlio, vede strettamente unita anche la celebrazione dell’Immacolata Concezione di Maria.

Ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio. Il brano dell’evangelista Luca ci ha fatto riascoltare il racconto dell’Annunciazione. I dati ambientali dell’Annunciazione dicono la verità di un evento divino: Nazareth e una promessa sposa, Maria. Sembra una città qualunque e una donna qualunque, mentre in realtà Dio visita ancora una volta il suo popolo, per una nuova, ultima tappa della storia della salvezza. In questa città, in questa casa Dio, ritorna a dialogare con l’uomo, per renderlo partecipe di un fatto nuovo: Dio entra nella storia non con un nuovo re, profeta, sacerdote, ma con suo Figlio. Maria è Immacolata perché diventa la serva di questo progetto di Dio. Il corpo segno del peccato – come abbiamo ascoltato dalla pagina della Genesi – diventa il segno della grazia. E Maria diventa la nuova Eva, la nuova Madre di tutti. L’Immacolata è la festa di questa nuova maternità di Maria, che ci fa scoprire tutti figli, fratelli. “E come Maria, la Madre di Gesù – scrive Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti -, vogliamo essere una Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi, dalle sue sacrestie, per accompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unità […] per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione”.

Maria è la ‘Serva del Signore’, Colei che vive il suo servizio dando la disponibilità a diventare tempio dello Spirito Santo, Madre del Figlio di Dio. Maria comprende come il suo servizio al Signore non è disgiunto dal servizio ai fratelli e così, dopo l’Annunciazione, il primo gesto è di carità, di servizio: visita e condivide uno spazio del suo tempo con la cugina Elisabetta, che sta per partorire. Nonostante le tante ombre, anche in questo tempo di pandemia – scrive Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti – “Dio infatti continua a seminare nell’umanità semi di bene. La recente pandemia ci ha permesso di recuperare e apprezzare tanti compagni e compagne di viaggio che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. Siamo stati capaci di riconoscere che le nostre vite sono intrecciate e sostenute da persone ordinarie che, senza dubbio, hanno scritto gli avvenimenti decisivi della nostra storia condivisa: medici, infermieri e infermiere, farmacisti, addetti ai supermercati, personale delle pulizie, badanti, trasportatori, uomini e donne che lavorano per fornire servizi essenziali e sicurezza, volontari, sacerdoti, religiose, hanno capito che nessuno si salva da solo” (F.T. 53).

La carità abbonda nelle nostre Chiese, nelle nostre città, ma ha bisogno di persone, laici, presbiteri, diaconi, consacrati che con il loro stile di vita rendano capace la comunità cristiana ad accorgersi, a fermarsi, a non andare oltre, a non dimenticare i più poveri, a trasformare i servizi, ad educare alla carità le giovani generazioni, a vivere la consapevolezza di una fede legata alla vita e, in particolare alla vita dei più poveri. L’Azione Cattolica, che oggi celebra la Giornata dell’impegno, è un’associazione di laici che ha “come primo impegno la presenza e il servizio nella Chiesa locale” (art. 6), si legge nello Statuto. La storia della visita di Maria ad Elisabetta e la storia del Samaritano, icona della spiritualità del nostro tempo, sono modelli per la nostra testimonianza cristiana, perché “Cerchiamo gli altri e ci facciamo carico della realtà che ci spetta, senza temere il dolore o l’impotenza, perché lì c’è tutto il bene che Dio ha seminato nel cuore dell’essere umano – scrive ancora nella Fratelli tutti Papa Francesco. Le difficoltà che sembrano enormi sono l’opportunità per crescere, e non la scusa per la tristezza inerte che favorisce la sottomissione. Però non facciamolo da soli, individualmente” (F.T. 78). E aiutate la Chiesa a camminare con voi, a non andare oltre, a non girare gli occhi da un’altra parte, a non vergognarsi di fermarsi e condividere, a essere “una Chiesa che serve”, sull’esempio di Maria.

Cari fratelli e sorelle, anche noi con l’apostolo Paolo preghiamo “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo”, perché ci ha resi figli, abituandoci a camminare nella carità e nella fraternità, di cui l’Avvento ci chiede un segno. E il Signore ci accompagni sulle strade della nostra Chiesa per insegnare la prossimità come il dono che trasforma il nostro mondo in una sola famiglia umana, di cui Maria, oggi invocata con il titolo di Immacolata, piena di grazie, è Madre, Madre di tutti. Così sia.