Carissimi fratelli e sorelle, mi accosto a ciascuno di voi in questo Santo Natale del 2020 col desiderio di farvi giungere la mia affettuosa parola di augurio per la festa ormai prossima e per il nuovo anno.
Ci troviamo a vivere il Natale in un tempo di tribolazione. Le tre città che compongono la nostra comunità diocesana sono state attraversate nei mesi scorsi da storie di dolore e di sofferenza, di lutto e purtroppo lo sono ancora. E per tante famiglie i giorni natalizi saranno ancor più struggenti quest’anno, perché legati al ricordo di persone care che ci hanno lasciato a causa del virus.
Coraggio, fratelli e sorelle, coraggio!
Il Natale che torna, nonostante tutto, ci ricorda la vicinanza del nostro Dio, la sua condivisione piena della storia della nostra umanità, nei suoi dolori ma anche nei suoi aneliti e desideri di bene, di luce e di pace. Il Natale ci ricorda proprio questa consolante verità: Dio si è fatto uomo, uno di noi. Non abbiamo perciò bisogno di raccontargli niente, perché lui lo sa che cosa vuol dire appartenere all’ umanità!
Ecco che allora la festa natalizia viene a noi come una carezza dal Cielo. Una carezza che ci esprime così la vicinanza di un Dio che ha sperimentato in pienezza sulla sua pelle (…e non è un modo di dire) la condizione di fragilità, di limite e di povertà, propria della nostra umanità. E ci dichiara, anzi ci mostra così la sua vicinanza affettuosa e solidale.
Vi esorto perciò a vivere insieme e a gustare la bellezza del mistero natalizio innanzitutto nelle vostre case, trasformando ancor di più i legami di sangue in legami spirituali. E questo certamente riverserà nelle nostre famiglie fiumi immensi di grazia e di vicinanza divina. Facciamo in modo che nelle nostre case sia allestito il presepe e che diventi luogo intorno al quale la famiglia prega e contempla il mistero.
Il Santo Padre, nei suoi innumerevoli messaggi dei mesi scorsi ci ha più volte ricordato che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme. Occorre rifiutare perciò la logica del “Si salvi chi può” che si traduce nel “Tutti contro tutti” e accettare volentieri invece la logica dell’amore che si sprigiona dalla grotta di Betlemme, dove il nostro Dio ha iniziato a darci invece la lezione del “Se non vi fate piccoli non entrerete nel regno dei cieli!” E lui ci ha dato per primo l’esempio! Auguri, cari fratelli e sorelle, a tutti e a ciascuno, con un grande abbraccio soprattutto agli anziani, gli ammalati, i piccoli e quanti stanno vivendo l’ora della prova. A tutti infinite benedizioni natalizie!