Lunedì 8 febbraio 2021 alle ore 11.30 si è tenuta la presentazione online della nuova iniziativa congiunta tra Arcidiocesi di Torino e Intesa Sanpaolo per il sostegno alle microimprese del territorio per fronteggiare la crisi economica dovuta alla pandemia. Di seguito l’intervento di mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino.
In primo luogo desidero esprimere apprezzamento e soddisfazione per l’avvio di questo importante programma, in collaborazione con l’Istituto Banca Intesa Sanpaolo. A tal proposito la mia gratitudine va verso la sensibilità e l’attenzione che il Presidente, Gian Maria Gros-Pietro, tutta la dirigenza e staff della Banca hanno dimostrato verso il progetto Fondo Sorriso.
Ringrazio anche le associazioni di categoria (CNA, Coldiretti, Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e API) che, consapevoli, più di noi del momento che stiamo attraversando, hanno immediatamente raccolto il nostro appello, rendendosi parte attiva, sia nella fase di progettazione dell’intervento, sia in quella futura di implementazione.
Il clima economico e sociale che stiamo vivendo rischia di divenire drammatico se non vengono messe in campo tutte quelle azioni, interventi e progetti necessarie a salvaguardare l’autonomia, il benessere delle persone e le opportunità di sviluppo di un territorio e di una comunità. Il momento storico ci chiede pertanto di collaborare, cooperare e studiare interventi comuni per sostenere persone e imprese ed evitare che ricadano nella spirale della povertà.
Fondo Sorriso, nato nello scorso maggio, al termine del primo lockdown nazionale, per volontà delle Diocesi di Torino e Susa, vuole promuovere l’idea che la solidarietà possa essere un fatto concreto. Insieme alla Fondazione don Mario Operti, Ente del Terzo Settore, braccio operativo della Pastorale Sociale e del Lavoro e soggetto che opera nel microcredito dal 2004, abbiamo immaginato un intervento a sostegno della liquidità e del credito delle famiglie e di quei lavoratori e lavoratrici che rischiano di cadere nella trappola (inaspettata) della povertà.
La sospensione di molte attività lavorative ha posto in ginocchio l’esistenza stessa di molte persone. Per tale ragione abbiamo immaginato la creazione di un fondo di solidarietà a sostegno di quelle fasce grigie (spesso presenti nel nostro sistema di welfare) che rischiano di intercettare pochi strumenti di aiuto. Abbiamo quindi rivolto, in particolar modo, lo sguardo verso il vasto mondo delle partite iva e delle persone con contratti di lavoro non stabili e precari (e spesso privi dei classici strumenti di ammortizzazione sociale).
Negli scorsi mesi, ci siamo resi conto, anche grazie alla nostra presenza capillare sul territorio, che un’altra fascia importante da sostenere fosse quella delle imprese e di coloro che hanno un’attività produttiva indipendente. Per la Chiesa di Torino il lavoro è il principale veicolo d’inclusione sociale, uno degli strumenti principali di realizzazione stessa della persona. Ma il lavoro esiste solo se fioriscono imprese in grado di creare opportunità di sviluppo per la comunità in cui s’insediano e di lavoro per le persone del territorio. Corriamo il rischio, in questa situazione inedita, che troppe attività spariscano, fiaccate dalle necessarie misure restrittive per il contenimento della pandemia.
Per tali ragioni abbiamo deciso di aprire una seconda linea di intervento all’interno del programma Fondo Sorriso, rivolta specificamente alle micro-imprese e lavoratori autonomi, per permettere loro di avere un altro strumento (oltre quelli già presenti) che li sostenga in questo momento di grande difficoltà. Abbiamo pensato a questo target specifico perché sappiamo come il tessuto produttivo locale e nazionale sia costituito dalla micro e piccola impresa.
La partnership con Intesa Sanpaolo ci garantirà di avere un partner solido, affidabile e attento alle richieste sociali che arrivano dal nostro territorio. È ormai patrimonio comune l’idea che valore economico e valore sociale si mescolino e siano elementi altrettanti importanti per lo sviluppo dei territori. Questa importante comune consapevolezza renderà il programma una sperimentazione innovativa, anche mediante la presenza di molte Amministrazioni Comunali con cui stiamo collaborando e che si sono rese partecipi dell’iniziativa. In particolar modo ringrazio i Comuni di Beinasco, Bra, Brandizzo, Chieri, Collegno, Grugliasco, Nichelino, Rivoli e Settimo T.se, con i quali stiamo collaborando alla realizzazione del programma Fondo Sorriso, mediante il loro sostegno economico e il lavoro di rete per l’accompagnamento delle persone.
Emerge da questo panorama una rete multiattore, composta da soggetti pubblici, istituti di credito, enti del terzo settore, rappresentanza delle imprese, che rende il programma ricco di sensibilità, competenze e valori.
In conclusione vorrei sottolineare due elementi che riteniamo strategici.
In primo luogo mi preme ancora ricordare che l’idea dei prestiti d’impatto possa richiamare un concetto virtuoso di solidarietà: non semplici gesti di sostegno, ma azioni di accompagnamento che possano produrre un valore aggiunto. La generale logica del microcredito e nel caso specifico del prestito d’impatto può generare una concezione circolare della solidarietà. Accompagnando le persone e le imprese nel processo di restituzione si continuano a generare risorse che saranno a disposizione di chi, successivamente, avrà bisogno ancora di un temporaneo e necessario sostegno.
In secondo luogo sottolinerei l’importanza strategica che la Fondazione Operti può ricoprire nel processo di lavoro: non è solo un mero garante che permette alle imprese che richiederanno il prestito di ottenerlo, ma un vero e proprio luogo di ascolto e accompagnamento. Tale compito è certamente un valore aggiunto, poiché, oltre a rispondere alle esigenze di liquidità delle persone e delle famiglie, la Fondazione pone attenzione all’ascolto delle situazioni vissute dalle persone con cui entra in contatto. In questa fase di estrema solitudine e forzato isolamento risulta essere un ulteriore valore su cui si fonda l’iniziativa stessa.