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La luce della libertà nelle carceri. I detenuti di Paliano realizzano i Ceri pasquali

La luce della libertà nelle carceri. I detenuti di Paliano realizzano i Ceri pasquali

Ha preso il via il 21 febbraio, prima domenica di quaresima, un percorso formativo  sulla rieducazione della pena attraverso il progetto artistico formativo dal titolo La luce della libertà. Ideato dall’Ufficio Ispettorato dei cappellini delle carceri italiane in collaborazione dell’associazione Liberi nell’arte (affiliato Acli del Molise) e dell’Associazione Caritas Regina Pacis, l’iniziativa si svolgerà presso la Casa di Reclusione di Paliano (FR). Il progetto è finalizzato alla realizzazione di artistici ceri Pasquali dipinti dai detenuti per le  cappelle delle carceri italiane. I ceri verranno dipinti interamente a mano da alcuni detenuti del carcere di Paliano che frequenteranno un corso di formazione guidati da un maestro d’arte figurativa.

La promozione di un cammino di reinserimento attraverso il linguaggio dell’arte è la motivazione  che sta alla base dell’iniziativa rivolta alla realtà dei ristretti in  favore di  percorsi di formazione culturale e civica negli istituti di pena e per contribuire allo sviluppo dei valori di libertà e di giustizia, all’affermazione della dignità della persona, al bene condiviso secondo i principi e i cardini della Dottrina Sociale della Chiesa. Un percorso formativo sulla bellezza del linguaggio dell’arte, nel buio della realtà intramuraria, dunque, per promuovere un vero cammino di speranza e di libertà.

Sarà un cammino di Luce – afferma don Raffaele Grimaldi ideatore del progetto –   con lo scopo di indicare la strada e annunciare ai detenuti dentro le mura di un carcere, che il Cristo Risorto  ha spezzato le catene della schiavitù, ha liberato l’uomo dal suo male, ha rialzato chi è caduto, ha ridonato Misericordia e Tenerezza all’umanità avvolta nelle tenebre.

Anche in questo tempo di pandemia, di distanziamento e di solitudine – soggiunge il Capo dei Cappellani – non possiamo ignorare un mondo nascosto e sofferente, dove le persone che hanno sbagliato, stanno pagando il loro errore con la restituzione della pena. Il mondo ha bisogno di essere più umano. libero da pregiudizi che uccidono la speranza e il futuro di uomini già emarginati e macchiati dal reato commesso come sosteneva già negli anni ’90 il Cardinale Carlo Maria Martini, affermando che «Anche se gli errori indeboliscono e deturpano la personalità dell’individuo, ma non la negano, non la distruggono non la declassano. Perciò le leggi hanno senso se operano in funzione dell’affermazione, dello sviluppo e del recupero della dignità della persona».

Svolgere attività lavorative di reinserimento nelle carceri per rientrare nella società, significa , dunque, dare dignità all’uomo, offrirgli un orizzonte di speranza, tendergli una mano e non abbandonarlo sul ciglio della strada per consentirgli, nella sua disperazione e condizione di abbandono per  continuare a delinquere.

Il percorso  di formazione La luce nella libertà vedrà, perciò,  impegnati i detenuti del carcere di Paliano in attività artistico manipolativo per perseguire finalità di reinserimento,  ma anche come esempio concreto per rilanciare un appello alla giustizia, che non deve essere solo punitiva ma soprattutto ripartiva, restaurativa, riconciliativa, capace cioè di sanare le  ferite e di colmare il vuoto  di tante vittime della società.

Al Provveditorato del Lazio- Abruzzo –Molise e alla Direzione del Carcere di Paliano vanno i ringraziamenti per aver sostenuto e promosso il progetto. L’augurio e l’incoraggiamento, invece,  va ai detenuti a sostegno del loro  cammino di revisione  di vita nel carcere. L’avvio del progetto artistico formativo, infine, è anche occasione per augurare al nuovo Governo, guidato dal prof. Mario Draghi, il cammino di rinascita dentro il «sistema di insicurezza sociale per migliorare la condizione delle carceri» da lui indicata. Al nuovo Ministro della Giustizia Prof.ssa Marta Cartabia giunga l’augurio per un appassionato lavoro Istituzionale e di collaborazione. Un salto di qualità nel completamento normativo per l’affermazione dell’effettività della dimensione rieducativa della pena, troppo spesso tuttora ancorata a soli profili retributivi che, non accompagnati dalla piena attuazione dell’art. 27 della Costituzione, finiscono per tradursi in una vendetta di Stato. Così l’auspicio del Presidente di Liberi nell’ Arte magistrato della Corte d’Appello di Napoli dott. Daniele Colucci il quale, ancor prima, auspica decisi interventi sul processo penale, affinché la dichiarazione di colpevolezza sia sempre assistita dal superamento di “ogni ragionevole dubbio” come previsto dalla legge Pecorella del 2006, nello spirito dell’art. 111 della Costituzione.

I 230 cappellani delle carceri d’Italia, guidati dall’Ispettore generale don Raffaele Grimaldi, il mondo del volontariato quali “tessitori di giustizia”, dell’area educativa e della Polizia Penitenziaria, in questo difficile momento di ripresa, augurano vicinanza e preghiera con la speranza e la certezza che la realtà penitenziaria, tante volte abbandonata e ignorata, possa essere sorretta dal dialogo per riconquistare i veri valori di una nuova umanità.