Uniti nella Speranza

Coraggio, non abbiate paura (Mt 14,27)

Roma 25–5-2021
Hotel Ergife
Conferenza Episcopale Italiana
Assemblea generale della Cei, 
Relazione di S.E.Card. Gualtiero Bassetti
Servizio realizzato durante la pandemia Corona Virus - Covid 19 
Ph: Cristian Gennari/Siciliani

L’Assemblea Generale dà avvio al “cammino sinodale” in Italia

«I Vescovi italiani danno avvio, con questa Assemblea, al cammino sinodale secondo quanto indicato da Papa Francesco e proposto in una prima bozza della Carta d’intenti presentata al Santo Padre. Al tempo stesso, affidano al Consiglio Permanente il compito di costituire un gruppo di lavoro per armonizzarne temi, tempi di sviluppo e forme, tenendo conto della Nota della Segreteria del Sinodo dei Vescovi del 21 maggio 2021, della bozza della Carta d’intenti e delle riflessioni di questa Assemblea». Con questa mozione, votata dalla 74ª Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha preso il via il cammino sinodale, che il Cardinale Presidente, S. Em. Gualtiero Bassetti, nella sua Introduzione ha definito “quel processo necessario che permetterà alle nostre Chiese che sono in Italia di fare proprio, sempre meglio, uno stile di presenza nella storia che sia credibile e affidabile, perché attento ai complessi cambiamenti in atto e desideroso di dire la verità del Vangelo nelle mutate condizioni di vita degli uomini e delle donne del nostro tempo”.

Non si tratta, ha precisato il Presidente della CEI, soprattutto o tanto di un evento, ma di uno stile capace di valorizzare il “Noi ecclesiale”, dando voce ai vissuti e alle peculiarità delle comunità che sono in Italia e plasmando così la figura conciliare della Chiesa “popolo di Dio”. In quest’ottica, il percorso – che si snoderà dal 2021 al 2025 nel solco delle indicazioni emerse dal Convegno Ecclesiale di Firenze – non può essere precostituito, perché la dinamica del processo sinodale richiede che il cammino si costruisca e cresca man mano, facendo tesoro dell’ascolto, della ricerca e delle diverse proposte.

A differenza del passato, quando gli Orientamenti CEI (per il decennio) erano approvati dall’Assemblea Generale e proposti alle diocesi che li recepivano attraverso iniziative e azioni pastorali, il “Cammino sinodale”, disegnato dalla Carta d’intenti, diventa un metodo di ricerca e di sperimentazione che costruisce l’agire pastorale a partire dal basso e in ascolto dei territori. La sfida infatti è quella di sviluppare insieme la riflessione e la pratica pastorale: “ascolto”, “ricerca” e “proposta” rappresentano dunque i tre momenti di lettura della situazione attuale e di immaginazione del futuro della Chiesa nella società.

Anche gli strumenti di lavoro (che potrebbero essere, ad esempio, l’Agenda di “temi di ricerca”, le Schede per l’ascolto e la verifica, la Piattaforma digitale per il confronto e la comunicazione) saranno funzionali a questa impostazione e avranno il compito di indicare prospettive comuni su cui orientare l’ascolto dal basso.

Il cammino sinodale della Chiesa in Italia, che si colloca nell’orizzonte più vasto dell’annuncio del Vangelo in un tempo di rinascita, dovrà armonizzarsi con quello delineato dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi per la XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi del 2023, come ha precisato nella sua relazione S. Ecc. Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, ricordando che “un cammino sinodale non deve perdere la connotazione ‘spirituale’ dei modi con cui la Chiesa approda alla decisione pastorale e articola le sue scelte pratiche: altrimenti la sinodalità corre il rischio di diventare una pura operazione organizzativa e programmatica che non esprime il mistero che è e fa la Chiesa”.

 

La pubblicazione e la condivisione di questi primi materiali, frutto della 74ª Assemblea Generale della CEI, va proprio in questa direzione. D’altronde, come si legge nella Carta d’intenti, il cammino “non può essere precostituito per due ragioni: la prima, perché la pandemia insegna che basta poco per far saltare certezze consolidate o accelerare fenomeni in atto su cui poco si è riflettuto in passato; la seconda, perché la dinamica del processo sinodale richiede che il cammino si costruisca e cresca facendo tesoro dell’ascolto, della ricerca e delle proposte che emergono lungo il percorso. In tal modo si attiva il ritmo della comunione e lo stile della sinodalità che ne è lo strumento”.