Uniti nella Speranza

Coraggio, non abbiate paura (Mt 14,27)

Mons. Tisi: “prendersi cura è la via maestra per debellare la cultura dell’indifferenza”

Mons. Tisi: “prendersi cura è la via maestra per debellare la cultura dell’indifferenza”

Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. (Lc 2,19)

L’atteggiamento della donna di Nazareth è diametralmente opposto a quello di Caino, descritto dal testo biblico: “Sono forse io il custode di mio fratello?”. Significativamente papa Francesco, nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, individua nell’irritazione di Caino la radice della violenza, della guerra, della mancanza di pace.

Prendersi cura è invece la via maestra per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto, dello scontro, oggi prevalente e intraprendere percorsi di pace.

Se questa è la via della pace, la sua radice è nel cuore. Non è possibile, infatti, essere uomini e donne di pace, senza dialogare con la profondità di noi stessi, con i desideri, le tensioni, le aspettative ed anche le ombre che ci abitano. Nemico dichiarato della pace è la superficialità. Purtroppo, pesantemente favorita dal nostro sistema di vita. Molte tensioni, più che figlie della cattiveria, derivano dalla fretta, del rimanere in superficie, dall’essere estranei a noi stessi.

Maria che medita e custodisce nel cuore ci aiuti a diventare donne e uomini capaci di “prendersi cura”. Maria è la donna che custodisce: non cede alla fretta e all’impazienza di voler tutto comprendere e dominare.

In questo nuovo anno, già segnato, fin dalle sue prime ore, dalla sofferenza e dall’incertezza legate alla pandemia, l’augurio, credo, più bello è di saper accompagnare i giorni con la pazienza di chi, anziché sentirsi arrivato, rimane apprendista discepolo di fronte alla vita, con le sue grandezze e le sue oscurità. Ciò che abbiamo già visto e sperimentato non ci impedisca di riconoscere la rugiada nuova che Dio ogni giorno ci regala.

Chiediamo al Bambino di Betlemme di non voler essere noi a dare il nome alle cose e alle persone, ma a lasciare che sia lo Spirito di Dio a consegnarcelo, come accaduto a Maria e Giuseppe.

Ogni donna e ogni uomo sono unici e irripetibili, non sono fotocopie. Sapienza è scoprire il dono che portano in sé, frammento di luce regalato da Dio al mondo.

Accanto al custodire, il Vangelo di oggi mostra un altro atteggiamento di Maria: meditava nel suo cuore.

Il termine greco “meditare” alla lettera andrebbe tradotto con tenere insieme, unire, impedire la separazione. Il contrario è invece dividere, separare, atteggiamento proprio del divisore, il diavolo.

La realtà non ha mai un solo lato, un’unica faccia. Sapiente è colui che tiene insieme aspetti diversi della realtà e delle persone, senza assolutizzarne uno a scapito degli altri. Maria mette insieme, confronta, ascolta più voci, intreccia più occhi. Ci mostra così l’unica strada per diventare donne e uomini di pace.